Ridi Rwanda ridi

10 marzo 2008
Tema: Umudufu nelle scuole

DESCRIZIONE
Ridi Rwanda ridi è un monologo teatrale ideato e interpretato da Elisa Canfora con la regia di Elisa Canfora e Dario Villa.
E’ tratto dai libri “Storia di Lemi che si innamorò di una pallina” di Paolo Sormani e “Luna Park Rwanda” di Roberto Mauri: le opere trattano della guerra che si scatenò in Rwnada il 7 aprile 1994 causando al morte di circa un milione di civili africani appartenenti alle etnie hutu e tutzi.
Il monologo narra vicende di bambini, adulti, intere famiglie e ladri di galline; tutte vite spezzate o irrimediabilmente sconvolte dal conflitto “etnico”.
Il personaggio che anima la scena è un bambino di nove anni, Lemi, che ha vissuto ed è sopravvissuto alla guerra, ma non alla malaria. A sottrarlo al futuro, ironia della sorte, non un machete ma una zanzara. Lemi, angelo vestito da bambino, torna nei luoghi dove ha vissuto la sua breve vita, che ha dovuto abbandonare all’improvviso, di fretta, di notte, insieme a parte della sua famiglia e a migliaia di connazionali in cerca di salvezza nei campi profughi.
In scena, ad accogliere Lemi ci sono pochi oggetti, ma tutti evocano ricordi di vita vissuta prima e durante i giorni di persecuzione da parte di uomini che, all’improvviso, da fratelli sono diventati nemici.
Parlando di sé, Lemi parla di tutti i bambini rwandesi; parlando della sua mamma e del suo papà racconta di migliaia di uomini e donne che, in Africa e nel mondo, vivono i drammi comuni a tutti i popoli in guerra; parlando di Butare, la sua città, parla di tradizioni popolari e atmosfere africane.

Ridirwandaridi intende, quindi, affrontare il tema della guerra partendo dal punto di vista di un bambino: l’argomento non è incentrato solo ed esclusivamente sui fatti rwandesi, ma sottolinea alcune tematiche legate alla condizione infantile in tutti i popoli in guerra.
Lemi ha vissuto un evento traumatico, non lo comprende, trova delle giustificazioni disarmanti, si interroga sul perché di tanto dolore.
Spesso le risposte non arrivano, lasciando in sospeso il personaggio teatrale e offrendo numerosi spunti di riflessione al pubblico che lo ascolta. Alcune volte, invece, le cause che stanno all’origine di certe tragedie umane, come il conflitto rwandese, sono lampanti e agghiaccianti perché estremamente semplici, perché estremamente inutili e cariche di contraddizioni.

DESTINATARI
Il monologo si rivolge a un pubblico di pre-adolescenti, adolescenti e adulti, sia per le tematiche affrontate, sia per il registro recitativo adottato.
Nell’interpretazione attorale sono predominanti le tecniche di narrazione teatrale, che in alcuni momenti vengono sostituite dalla lettura diretta dei libri da cui è tratto il monologo oppure da azioni clownesche, animate e grottesche in grado di evocare tutta la leggerezza e la giocosità dell’infanzia.
Sarebbe auspicabile la partecipazione di un numero massimo di 80 persone

Personale: un attore, un tecnico
Spazio scenico: spettacolo adatto ad allestimenti in teatro o in altro ambiente (min 5×5).
Audio: impianto di lettura e amplificazione cd
Disponibilità spazio: mezza giornata prima e 1 ora dopo la rappresentazione